mercoledì 10 ottobre 2007

LA FAMIGLIA TORSOLI DI MONTICIANO - PARTE II-2

Aldo di Alberto divenne, dopo una lunga carriera di studioso ricercatore, Professore Ordinario di Gastroenterologia all’Università La Sapienza di Roma nel 1975. Particolare importanza ebbe tutta la sua opera di scienziato che proiettò la Gastroenterologia italiana nel contesto scientifico internazionale. Nel 1969 fondò ‘The Italian Journal of Gastroenterology”. Successivamente “Gastroenterology International” nel 1988 e “MEDIC” – rivista specializzata nella metodologia clinica e nell’insegnamento - nel 1993. Aldo fu Presidente della Società Italiana di Gastroenterologia, dell’Association des Sociétés Nationales Européennes et Mediterranéennes de Gastroentérologie (ASNEMGE) e dell’ United European Gastroenterology Federation (UEGF).

Aldo, di formazione classica e amante come noi, da buon toscano, dei racconti del Fucini, fu un convinto assertore della necessità di insegnare agli studenti di medicina l’umanesimo: “Teaching humanities to the students of the medical faculties, reasons and why” convinto che al medico si richiedano anche capacità di creatività intellettuale, di intuizione e di immaginazione, capacità che possono essere coltivate anzitutto sul piano della cultura generale. In conclusione, sull’argomento egli riteneva che umanesimo e cultura umanistica possano contribuire all’arricchimento della personalità professionale del medico ed allo sviluppo di quell’umanità che è componente essenziale del rapporto col malato, e che purtroppo viene talvolta trascurata o sostituita da atteggiamenti opposti.

Aldo fu grande appassionato di architettura e storia. Ricordiamo di averlo sentito esprimere il concetto che se non fosse stato medico avrebbe ‘per certo’ voluto intraprendere lo studio dell’architettura. Di fatto doti brillanti in quest’ambito non gli mancavano. E lo dimostrò anche estemporaneamente quando, trasferitosi il prof. Cassano a Roma (ciò avvenne nel gennaio 1956) e istituito un nuovo reparto di radiologia nel sottosuolo dell’Istituto, Aldo lo ideò completamente trasformandosi all’occasione in capomastro, disegnandone la pianta, istruendone i falegnami e scegliendo gli apparecchi. Gli furono validi compagni in quel periodo il compianto Mario Mele e M. Luisa Ramorino (la Titti) (‘Torsoli, Mele e RamErino’, scherzava il prof. Cassano). Stessa capacità e passione mostrò quando ristrutturò per uso della famiglia l’appartamento acquistato in piazza Santa Priscilla 8 a Roma (arch. Berardi). Tra l’altro una curiosità. Ricordiamo che Aldo trovò modo, attraverso un suo paziente di Pescara, di acquistare per la nuova casa il parquet in legno proveniente dalla Regia Nave ‘Sardegna’ da molti anni demolita.
Diciamo, per inciso, che Aldo aveva già allora quella capacità trainante e quell’entusiasmo che mai lo abbandonarono in seguito e riusciva a far sì che la maggior parte dei collaboratori si immergesse nel lavoro fino ad ore inverosimili e non era cosa rara che restassero in clinica fin oltre mezzanotte per esaminare il lavoro della giornata.
Quanto alla passione per la storia possiamo dire che i collaboratori erano stupiti della esatta conoscenza che egli aveva, per esempio, della storia dello Stato Maggiore tedesco o della dislocazione della 3a divisione panzer durante l’assedio di Stalingrado... o delle ultime parole del maresciallo Göring e del coraggio di Lord Beaverbrook nella battaglia d’Inghilterra… o degli insegnamenti di Renzo de Felice sul Ventennio…
Nei pochi momenti liberi dallo studio amava dipingere bei quadri di stile moderno.

Altra passione fu l’editoria / giornalismo scientifico che gli giovò poi in modo particolare quando si trattò di diffondere il suo pensiero scientifico in Italia e all’estero.
Per circa una decina d’anni fu fumatore di pipa. Ricordiamo le sue scatole rosse di tabacco “Prince Albert”. Tornò alle sigarette, talvolta fumandone un numero eccessivo, quando cominciò a soffrire di pirosi gastrica, disturbo rarissimo fra gli appassionati del tabacco da pipa e che da parte nostra attribuiamo piuttosto ad altre cause o concause.

Se volessimo scandire per decenni la carriera del professor Aldo Torsoli potremmo provare a sintetizzare per “grandi amori e grandi entusiasmi” corrispondenti ai seguenti periodi:

Periodo blu: crescita culturale.
- Anni ’50: la prima libera docenza in radiologia; second job in Medicina Interna.
- Anni ’60: l’estero (Svezia, Canada, Inghilterra); la gastroenterologia e le relazioni a congressi internazionali; le altre docenze.

Periodo rosa: Anna…, creatività, superamento dialettico del proprio lavoro.
- Anni ’70: editoria: le riviste.
- Anni ’80: il professorato.

Periodo ermetico: necessità di nuove esperienze.
- Anni ’90: Canale parallelo; Campus Bio-medico.


Per Aldo Torsoli punti fermi erano l’ammirazione per il mondo britannico; la professionalità, a scapito dell’improvvisazione, ogni intervento come frutto di una mediata e anche faticosa preparazione; la concretezza e l’operatività nell’immediato e rifiuto dell’utopia, con tutte le conseguenze positive e negative di questa scelta.
Ancora. Il fascino del potere come tale, indipendentemente o a scapito di altre forze, quali la ricchezza o il censo. Una grande soggettività, la passionale assimilazione di un’idea, di un progetto, anche a spese dell’obiettività, ad evitare l’effetto paralizzante della prudenza o scelte di compromesso. Tutte le caratteristiche personali accennate avevano punte di esasperazione, tuttavia con un sentore di artificio, dovute cioè non solo alla passionalità dei convincimenti (non esiste il grigio, ma solo il bianco o il nero), ma anche in parte al bisogno di combattere anzitutto in se stesso i difetti di congenite tendenze culturali che, con una certa dose di affettuoso paternalismo vedeva negli allievi…. poveri italioti.
Aldo Torsoli fu sempre una persona che dedicò tutto se stesso ad un’unica cosa alla volta, forsennatamente, senza guardare in faccia a nessuno, richiedendo il massimo sforzo a se stesso e agli altri, a tutti quelli che lo circondavano. Fu sempre oculato nelle spese, verosimilmente per paure ancestrali legate al crack della famiglia materna al tempo della chiusura delle cave di Carrara che dovette segnarlo a fuoco.

Parlando con i collaboratori e allievi diceva di tutto. Dai rimbrotti (“…l’avete voluto l’autunno caldo…”), alle revisioni repentine, ingenerose e parziali (“… socialism destroyes quality…”), alle posizioni più apertamente provocatorie e non sincere (“…ci vorrebbe un recinto per certa gentaccia…”, “…ma perché il mio voto deve valere quanto quello di C…?...”). Dalle ricette miracolose per consolarsi di un insuccesso (“…nini, ‘ad impossibilia nemo tenetur’…”, (“…ogni rovescio ha la sua medaglia…”) o per il timore di un insuccesso (“…sume superbiam…”), all’esortazione ad un uso prudente del linguaggio (“…attento, le parole sono pietre…”) o alla buona educazione della prole (“…un padre che non batte i propri figli non li ama…”).
Aldo Torsoli insegnò ai suoi allievi a coniugare “l’ottimismo della volontà col pessimismo della ragione” convincendoli che è meglio essere che parere, che l’ undestatement è una giusta regola di vita, che Calvino aveva molte più ragioni che torti. Soprattutto insegnò ad imparare.

Ma quali furono esattamente i meriti scientifici del ‘Professore’? Quali furono le tappe dalle quali scaturì la sua fama internazionale? Risponderemo subito, ma per gradi..

Occorre premettere che fino agli anni ’60 le malattie dell’apparato digerente non erano state considerate praticamente curabili. Il medico ricorreva a pagliativi, quasi sempre dovendosi accontentare di ridurre i sintomi più significativi. Quando era necessario e indispensabile intervenire sul malato stremato si ricorreva alla chirurgia.
Ebbene, nel decennio 1960-70 fu Aldo Torsoli ad intravedere, meglio sarebbe dire, “ad avere la prima geniale intuizione” che si poteva aprire un varco mai tentato prima nella storia della medicina: la cura delle malattie dell’apparato digerente.
Dai primi tentativi di cura (come vedremo nel ‘curriculum vitae’, Aldo era già un illustre clinico e patalogo e più volte specialista in varie discipline della medicina) egli pervenne a risultati più che soddisfacenti strappando, per così dire, dalle mani dei chirurghi vari malati fino a quel momento giudicati inguaribili dalla medicina. “Egli fu - diranno poi i dottori Crespi e Montuori a proposito dell’opera del professore in Gastroenterologia - un amico e uno scienziato che fu ammirato e rispettato da tutti i suoi colleghi nel campo specialistico e della ricerca e uno dei pionieri nello studio di questa branca della medicina sia in Italia che all’estero”

Infatti Aldo fu, fra l’altro, il primo studioso in Italia ad usare il gastroscopio, moderno strumento che permette, grazie anche ad un ingegnoso sistema per la trasmissione della luce, di poter visitare il malato guardando all’interno dell’apparato digerente e poter formulare diagnosi accuratissime. Dice un antico collaboratore:

“…Con la stessa tecnica, e con la stessa certezza di arrivare all’obiettivo sulle ali dell’entusiasmo del professor Torsoli, fu dato a me il compito di tentare la ‘risalita’ di un gastroscopio a fibre di vetro con canale nella testina per farlo scorrere sulla guida del tubino di polivinile o di polietilene reso previamente radiopaco. Forse noi stessi, che per primi abbiamo eseguito le colonscopie, non ci siamo resi conto appieno del futuro diagnostico terapeutico che avrebbe avuto tale metodica, almeno fino a quando, nell’agosto del 1967 a Praga, notai che i colleghi giapponesi che stavano tentando la risalita del colon discendente disponendo dei primi strumenti a fibre di vetro più sottili, manovrabili e con visione terminale in luogo dei nostri gastroscopi a visione laterale, sobbalzarono alle nostre prime immagini di colonscopia del ceco.
I risultati piccoli o grandi venivano portati sul tavolo del professore che fungeva da testa pensante e da computer di elaborazione dati per connettere tra di loro le successive piccole scoperte!
Ogni successo era un goal di tutto il gruppo e sempre più si andava confermando che tutto l’intestino era aggredibile per esami diagnostici e per studi di fisiopatologia. “
Sviluppò con i suoi collaboratori molteplici tecniche diagnostiche e metodi clinici nonchè programmi educazionali per medici.
Non è cosa facile per chi scrive rendere in poche righe l’idea dell’importanza di tutta l’opera scientifica svolta da Aldo nella sua lunga vita di ricercatore. Non sarà possibile farlo rapidamente e dovremo dilungarci, ma sarà un viaggio appassionantissimo. Intanto cominceremo con le parole del prof. Cataldo Cassano, suo maestro fin dall’epoca dello studentato a Pisa e poi a Roma :

“ II Clinica Medica dell’Università di Roma.

[…] credo di non essere velato dall’affetto che gli porto nel ritenere questo mio allievo degno di svolgere un insegnamento universitario ufficiale.
Egli ha contribuito ad innalzare il prestigio della scuola medica italiana, come è dimostrato dai giudizi di studiosi stranieri di differenti discipline, inclusi in questo curriculum.

31 dicembre 1970
Prof. Cataldo Cassano ”


Del prof. A. Beretta Anguissola:

“ II Clinica Medica dell’Università degli studi di Roma

[…] Per la sua eccezionale preparazione nell’ambito della Medicina Interna, e, in particolare, nel campo della fisiopatologia e clinica gastroenterologica, per l’importanza delle ricerche compiute ottenendo risultati originali che hanno avuto la più larga conferma e risonanza internazionale, per la capacità dimostrata di saper organizzare e dirigere un gruppo di ricerca collegato con i più importanti centri gastroenterologici d’Europa e d’America, per la pregevolissima efficacia del suo insegnamento, per la completa maturità clinica e scientifica raggiunta, il Dr. Torsoli è da ritenere personalità di assoluto spicco nell’ambito della gastroenterologia e non solo nel nostro Paese.
Ritengo che corrisponda veramente agli interessi degli studi di medicina in Italia l’ istituzione presso la Facoltà di Roma di una Cattedra di Gastroenterologia e che il Dr. Torsoli possa aspirare ad essa con pieno merito.

Roma, 19 luglio 1974

Prof. A. Beretta Anguissola “



Altre lusinghiere attestazioni e dichiarazioni di profondo apprezzamento gli vennero da Università, Fondazioni e Istituti stranieri.:

“…The energy, scientific dedication and healthy internationalism of Dr. Torsoli and younger colleagues has earned by profound respect”

“… Tous les médicins et savants du mond interéssés à la gastroénterologie normale et pathologique devraint faire plus ample connaissance avec les belles recherches et les lumineuses synthèses de notre collègue, le Dr. Torsoli”

“… I have therefore no hesitation in strongly supportino Dr. Torsoli, and I am sure that recognition of his existing international standing by his own University will in turn increase the great medical traditions of Rome.”


Fra i più importanti enti stranieri citiamo:

- Mayo Foundation, Rochester, Minn., USA
- The University of Iowa, Department of Internal Medicine
- Medical College of Virginia, School of Medicine, Richmond, Va, USA
- Hotel-Dieu de Montreal, Canada, Department de Radiologie
- The London Hospital, Whitechapel, E.C. 1, London, England
- The Queen’s University of Belfast, Department of Surgery, Institute of Clinical Science


Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferì la Medaglia d’Oro per l’Università nell’anno 2000 :

“Quirinale, 30 settembre 2000.

COMUNICATO

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, ha conferito le medaglie d'oro per l'Università ("Benemeriti della Scienza e della Cultura") a:

………………………

- Prof. Aldo Torsoli, Direttore della II Scuola di specializzazione in Gastroenterologia, già Professore fuori ruolo della Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza" di Roma.


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